Giovanni Papini

Carissimo Giovanni, non possiamo lasciarti andare così, senza salutarti, perché per noi, per il nostro coro, sei stata una persona speciale.
Certo, avremmo preferito esserci tutti, ma la situazione non ce lo permette. Troveremo altre occasioni per ricordarti assieme agli altri coristi che ormai formano un altro coro in Paradiso.
Carissimo Giovanni, ti ringraziamo per la tua semplicità e per la tua allegria, per la cordialità con cui ci hai sempre seguito, anche quando, per raggiunti limiti di età, hai deciso di non farne più parte come corista.
Grazie perché, senza molti discorsi, ci hai trasmesso la gioia di vivere e di appartenere ad una compagnia che va oltre il cantare insieme. Grazie per il tuo modo benevolo di rispondere alle nostre battute, quando ti rimproveravamo perché dicevi di non avere gli spartiti, che invece avevi lasciato a casa.
Grazie per la tua “Cameré porta ‘n mez liter” che ha allietato i nostri primi anni di attività e a cui tenevi in modo particolare.
Siamo certi che adesso la starai già cantando, davanti al vero Maestro.
E siamo sicuri che, dal Cielo, ci aiuterai a continuare questa avventura, perché, come dice Sant’Agostino, “Chi ha cantato di tutto cuore e con gioia, ama quello che ha cantato, ama colui per il quale ha cantato, ama coloro con i quali ha cantato”.
Grazie, Giovanni.
I tuoi amici del coro Delphum.
Dervio, 24 novembre 2020